“Entro i manipoli qua e là sparsi dei topinambùr lungo gli argini ogni lustro del giallo si fa intimo all’autunnale catarsi. Oro di affabili corollari topinambùr se è il caso di nominare una scintillazione che pare casalinga ed invece è stellare” Andrea Zanzotto
Il fiore - by paola |
Il tubero - by paola |
Vellutata - by paola |
Vale la pena di proporre una vellutata per pranzo solo per vedere la faccia di Giulia. E così a pranzo, in questo giorno festivo ho preparato una vellutata di topinambùr.
Semplice e gustosa. Mi piace il nome di questo tubero esotico e misterioso Del motivo per cui si chiami così sappiamo proprio poco. Forse per una popolazione brasiliana, i tupinambà, indigeni che vivevano prima dell’arrivo dei colonizzatori portoghesi vicino al Rio delle Amazzioni? O forse un re francese ha scelto il nome, storpiando il portoghese tupinambor, ricordando probabilmente l’aiuto offerto dai tupinambà per costruire la città di São Luis del Maranhão? Chissà!
Comunque ho lessato 500 gr. di topinambùr con 2 patate per 30 minuti circa, poi ho pelato il tutto e tagliato a pezzi, in una pentola ho messo 1 cucchiaio d’olio 1 scalogno tritato e ho fatto saltare per qualche minuto i due tuberi salando e pepando.
Poi ho frullato il tutto aggiungendo 1 bicchiere di latte ( volendo si può aggiungere anche la stessa quantità di panna). 10 minuti sul fuoco e la vellutata è pronta.
Io l’ho servita con cialde di parmigiano e crostini.
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